Divenne una guerra anche contro il gelo, le bufere, le valanghe,gli assideramenti. Durò da maggio 1915 a ottobre 1917, 29 mesi, quando cedette il fronte italiano a Caporetto e i soldai andarono ad arrossare le acque del Piave, i prati del Montello, le nevi del Grappa e dell''Adamello per un altro anno fino a ottobre 1918. Sulle Dolomiti agordine, ampezzane, cadorine si visse di scaramucce, di assalti notturni, di colpi di mano, di contrattacchi, di corpo a corpo di eroismi sacrificali per conquistare una trincea, un avamposto, una buca,un reticolato, un fortino, per poi riperdere posizioni lasciando sul terreno morti e feriti da ambo le parti.', 'Dopo Caporetto, da novembre 1917, sulle montagne tornò il silenzio. Rimasero muti testimoni decine di cimiteri nelle radure, con migliaia di piccole croci di legno. Per anni i Caduti trasmisero al viandante il loro saluto mandando a fiorire sulle tombe i bucaneve alimentati dal loro sangue e i Non ti scordar di me azzurri come il cielo dolomitico. Negli anni 30, sotto il regime fascista di Mussolini, i corpi vennero esumati e traslati nei Sacrari di Pian di Salesei (Livinallongo), Pocol (Cortina d''Ampezzo), Pordoi (Livinallongo). E'' finita la parte generale. Nelle "prossime puntate" vedremo cosa successe nelle nostre Dolomiti Bellunesi: "La Grande Guerra e la Memoria Collettiva, L''arrivo delle truppe nel Agordino e la ritirata".